Zanetta Abigaille

[1875 - 1945]

Maestra, socialista, Commissione esecutiva della Camera del Lavoro, Sezione Maestre e Maestri, Unione magistrale nazionale, Sindacato Magistrale Italiano, Internazionale dell’Insegnamento

Abigaille Zanetta nacque il 18 maggio 1875 a Suno Novarese. Restata presto orfana di madre, ebbe su di lei grande influenza il padre, segretario comunale di idee democratiche e risorgimentali. Fu la sorella Erminia, di tre anni più grande, a spingerla sulla strada dell’insegnamento: le prime esperienze da maestra la portarono a Torino e a Ginevra, in un convitto internazionale, per poi farla approdare a Milano, dove si ricongiunse con la sorella e dove ottenne a inizio Novecento la nomina nelle scuole elementari comunali. 

Nella capitale lombarda, fremente di innovazioni sociali, si lasciò coinvolgere in  un turbinio di iniziative, collaborò con riviste cattoliche, per poi maturare l’adesione alla causa socialista.

Fu la scuola il luogo in cui perfezionò il suo pensiero e dove incontrò figure iconiche come le maestre socialiste Linda Malnati e Carlotta Clerici. Zanetta si dedicò all’organizzazione sindacale di maestre e maestri all’interno dell’Unione magistrale nazionale, scrisse su giornali e periodici operai, fu abile conferenziera e animò il Gruppo femminile socialista.

Fece una rapida carriera politica nel Partito, entrando nella Federazione provinciale milanese e assumendo incarichi in molti organismi, tra cui la Lega delle cooperative e l’Università Popolare. Alla Camera del Lavoro di Milano venne chiamata nella Com missione di propaganda e dal 1912 nella Commissione esecutiva. Allo scoppio della guerra di Libia, nel 1911, Abigaille Zanetta mise tutta la sua dedizione al servizio della pace e di un’educazione antimilitarista per le giovani generazioni. Fu principalmente attorno a questi temi che si sviluppò il sodalizio tra gli esponenti che avrebbero dato vita alla sinistra socialista milanese, tra i più noti, oltre ad Abigaille Zanetta, Bruno Fortichiari e Luigi Repossi.  

Durante il primo conflitto mondiale l’impegno di Zanetta contro la guerra fu totale, nei comizi di piazza, nelle riunioni di donne, nei quartieri. Dall’inizio del 1915 la sinistra socialista ottenne la maggioranza nella sezione socialista milanese e Abigaille Zanetta entrò nel direttivo. Il 31 marzo 1915 due cortei, uno socialista con alla testa Abigaille Zanetta e Giacinto Menotti Serrati, e uno interventista guidato da Mussolini, si scontrarono duramente. In maggio, di fronte all’escalation interventista, la sinistra socialista chiese senza successo lo sciopero generale, mentre la linea del partito si riassumeva nel motto «non aderire, non sabotare». Per segnare in modo netto la distanza tra queste posizioni, Zanetta rifiutò di prendere parte alle iniziative di assistenza organizzate dalla giunta socialista di Caldara e smise di scrivere su «La difesa delle lavoratrici» per dedicarsi all’allestimento di una tipografia clandestina dalla quale continuò la propaganda irriducibile contro la guerra, diffondendo i manifesti di Zimmerwald e di Kienthal, oltre che volantini e numeri unici.

All’interno dell’Unione magistrale nazionale, Abigaille Zanetta fu vicina al segretario socialista Giuseppe Soglio, che sostenne anche nella candidatura alle elezioni politiche del 1913, per le quali si recò nel Polesine dove conobbe e divenne amica di Giacomo Matteotti. La competizione, persa dai socialisti, per il controllo delle associazioni di categoria degli insegnanti fu in questi anni uno dei momenti di maggiore sforzo - e delusione - per Zanetta. La scuola elementare fu infatti uno dei luoghi in cui si espresse più diffusamente l’attività nazionale per il sostegno alla patria e ai soldati al fronte. L’Unione magistrale nazionale, come quella milanese, inizialmente con posizioni neutraliste, finì per appoggiare senza riserve lo sforzo bellico, determinando una crisi interna che portò nel 1916 alle dimissioni di Soglio.  Abigaille Zanetta, già sorvegliata, subì la svolta repressiva seguita alla disfatta di Caporetto: nel marzo 1918, assieme a Bruno Fortichiari, venne inviata al confino a San Demetrio dei Vestini, in provincia dell’Aquila, e in maggio venne inoltre condannata per tradimento a 500 lire di multa e a 6 mesi di prigione che scontò a San Vittore. Il Gruppo femminile socialista milanese le si strinse attorno: come avvocato la assistette Alfredo Podreider, compagno della sarta e stilista pacifista Rosa Genoni, e tra le compagne che maggiormente la supportarono durante il confino e la detenzione vi furono le maestre Luisa Barosi e Giuseppina Moro Landoni. Tornata in libertà alla fine del 1918 Zanetta riprese il suo impegno per l’organizzazione degli insegnanti, abbandonando l’Unione magistrale nazionale a favore del Sindacato Magistrale Italiano aderente alla CGdL, che si costituì nei primi mesi del 1919 e che ebbe come organo il periodico «L’Avanguardia magistrale». In questi anni Zanetta guardò con crescente speranza alla dimensione sovranazionale e fu tra i sostenitori dell’Esperanto, assumendo nel 1922 una cattedra presso l’Istituto lombardo di Esperanto, vedendovi la possibilità di promuovere una cultura internazionale accessibile a tutti, rispettosa delle differenze dei diversi popoli e contraria al dominio economico e culturale dei paesi più forti. Contemporaneamente Abigaille Zanetta strinse relazioni con un gruppo di insegnanti provenienti da tutta Europa ma con una solida base francese che nel 1919 iniziarono ad organizzare la costituzione di una Internazionale dell’Insegnamento, fondata poi nel Congresso di Bordeaux dell’11-15 agosto 1920, con l’auspicio di potersi collegare fin da subito con l’Unione Sovietica attraverso Anatolij Lunačarskij, commissario per l’istruzione pubblica nella Russia della rivoluzione. Il tentativo di Zanetta di saldare l’impegno all’interno del nuovo Sindacato magistrale italiano con l’anima terzinternazionalista dell’esperienza europea la portò ad aderire nel 1922 al Partito socialista unitario di Matteotti, separando la propria strada da quella del resto della sinistra socialista milanese che contribuì alla nascita del Partito comunista, dove lei stessa confluì nel 1924 dopo l’assassinio di Matteotti. La volontà di confrontarsi in modo diretto con le istituzioni educative e pedagogiche della Russia rivoluzionaria portarono Abigaille Zanetta e un folto gruppo di esponenti dell’Internazionale dell’Insegnamento (dal 1924, col prevalere della fazione comunista rispetto a quella socialista e libertaria, era diventata Internazionale dei Lavoratori dell’Insegnamento) a organizzare un viaggio in Unione Sovietica nell’estate del 1925. Abigaille Zanetta, unica italiana, per sfuggire ai divieti del fascismo partì con un passaporto falso e con lo pseudonimo di Zuccheri. Tra i suoi compagni di viaggio i più noti furono i francesi Celestine Freinet, pedagogo rivoluzionario, e Maurice Wullens, direttore della rivista «Les Humbles» ed esponente de «L’Ecole emancipée». Ad accogliere il gruppo di insegnanti in Russia fu in particolare Zlata Lilina, a capo del dipartimento dell’istruzione di Leningrado, con un ruolo di rilievo nell’organizzazione di istituti educativi sperimentali, e la moglie di Lenin, Nadezda Krupskaja. Rientrata in Italia, Zanetta nel 1926 venne sospesa dall'insegnamento, accusata di non aver manifestato «sufficiente adattamento alle direttive politiche del Regime». Nel 1927 venne poi arrestata e rinchiusa a San Vittore, uscendone questa volta, più che cinquantenne, estremamente provata nel fisico e nel morale. Malata e senza possibilità di lavorare, sostenne fin che riuscì la rete antifascista, ritirandosi poi con la sorella a Borgosesia dove morì nel marzo 1945, senza aver potuto vedere la Liberazione dal fascismo.

(Fiorella Imprenti)

Fonti:

Istituto Nazionale Ferruccio Parri di Milano, Fondo Abigaille Zanetta

Bibliografia:

C. A. Barberini, A. Stevani Colantoni, Una figura di mili-

tante internazionalista. Abigaille Zanetta maestra a Milano tra guerra e fascismo, Milano, Pantarei, 2016; 

F. Imprenti, Internazionalismo e nuova pedagogia. Il viaggio in URSS di Abigaille Zanetta, in «Itineris. Rivista di storia dei viaggi in età contemporanea», giugno 2017; 

F. Imprenti, Spunti per una pedagogia antimilitarista. Abigaille Zanetta, una maestra

tra carcere, confino e internazionalismo, in C. De Maria (a cura di), L’Italia nella Grande Guerra Nuove ricerche e  bilanci storiografici, Roma, BraDypUS, 2017; A. Vecchi, Abigaille Zanetta, Unicopli, 2017.