Alini Walter

1923-1996

Socialista, operaio, antifascista, segretario della FIOT, vicesegretario della Camera del Lavoro di Milano, segretario della FIOM, deputato PSI, deputato PSIUP, amministratore CGIL Lombardia

Nacque a Brescia il 1 ottobre 1923, unico figlio di Palmiro Alini e Letizia Bertoletti, entrambi provenienti da famiglie contadine della bassa bresciana. 

Il padre era di convinta fede socialista: fino all’avvento del fascismo aveva ricoperto la carica di sindaco del Comune di Milzanello ed era stato gerente di un circolo socialista a Brescia, oltre ad operare come funzionario della Federterra bresciana e capolega dei braccianti e salariati per la zona di Leno.

Dopo l’avvento del fascismo, i suoi genitori lavorarono come esercenti, inizialmente presso una cooperativa in un circolo tranvieri e successivamente in una trattoria di loro proprietà. 

Dopo il fallimento di quest’ultima, nel 1937 la famiglia dovette trasferirsi a Milano, dove Palmiro Alini lavorò come operaio e sorvegliante presso l’azienda chimica dell’ex deputato socialista Domenico Viotto, che conosceva da quando quest’ultimo aveva vissuto a Brescia nei primi anni Venti. 

Nel primo periodo milanese la famiglia visse una condizione economica difficile, nonostante al salario da operaio del padre si aggiungessero i guadagni della madre come domestica a ore.  Walter, non ancora quattordicenne, cominciò quindi a lavorare dapprima come fattorino per una cartoleria, frequentando contemporaneamente le scuole serali, dove conseguì la licenza commerciale e iniziò il primo anno dei corsi inferiori dell’istituto tecnico prima che con l’avvento della guerra e i conseguenti oscuramenti rendessero impossibile la frequenza.

Nel 1938 Alini iniziò a lavorare come apprendista d’ufficio presso le Officine Edoardo Bianchi di viale Abruzzi. Rimase alla Bianchi sino al 1941, quando divenne magazziniere alla Piero Magni Aviazione di Taliedo. Alla Piero Magni Alini iniziò la sua attività politica, partecipando e contribuendo ad organizzare lo sciopero del marzo del 1943, motivato formalmente dall’assenza di riscaldamento nei locali, assieme ad altre figure che avrebbero avuto un ruolo chiave nella Resistenza quali Girotti e Fiorani. 

Dopo il 25 luglio 1943, Viotto fu una delle figure centrali nella ricostituzione del PSI clandestino, e lo stabilimento della sua ditta in via Tertulliano, dove Palmiro Alini lavorava come operaio e custode, ne divenne un centro di riferimento, ospitando figure come Lelio Basso e Umberto Recalcati. In particolare, via Tertulliano divenne uno dei centri di distribuzione de “l’Avanti!” clandestino e fu utilizzato anche per nascondere alcune armi. Walter Alini partecipò assieme al padre a queste attività, compresa, nell’ottobre 1943, una riunione costitutiva del movimento giovanile socialista, come responsabile della zona di Porta Romana/Vigentina. 

Il 25 novembre 1943, a seguito di una delazione, furono arrestati diversi esponenti del gruppo di via Tertulliano, compresi Walter Alini e suo padre. I due furono incarcerati a San Vittore, dove rimasero nella stessa cella per sei mesi, fino a quando nel maggio 1944 Walter fu scarcerato e Palmiro Alini fu deportato a Mauthausen dove morì nel marzo 1945. 

Dopo la Liberazione, Alini lavorò per qualche mese presso la Federazione milanese del PSI e nell’azienda chimica di Viotto. Alla fine del 1946, su esortazione di Franco Mariani, passò a lavorare nel sindacato come funzionario a tempo pieno ed entrò a far parte della segreteria provinciale della FIOT, il sindacato tessili, dove sarebbe rimasto sino al 1954. Al momento del suo ingresso nella segreteria, all’età di 23 anni, Alini era uno dei segretari più giovani nel sindacato. 

Nel periodo trascorso alla FIOT Alini visse la stagione della scissione sindacale del 1948, che fu particolarmente difficoltosa nella categoria dei tessili dove la componente cattolica era molto numerosa, tanto da esprimere il segretario generale provinciale. Alla FIOT Anelli ebbe anche un ruolo di rilievo in alcune lotte importanti, condotte in gran parte da lavoratrici, contro il supersfruttamento e  i licenziamenti dovuti alla “depressione tessile” degli anni Cinquanta, come le occupazioni del Lanificio di Lodi o della Marzotto di Brugherio o dell’unione manifatture di Rho. 

Tra l’ottobre 1954 e il 1956 Alini fu Vicesegretario della Camera del Lavoro di Milano, restando poi nella segreteria ininterrottamente sino alla metà del 1965, quando l’incarico divenne incompatibile con il ruolo di deputato. Nel luglio 1961, alla conclusione delle lotte degli elettromeccanici, subentrò inoltre a Libero Biagi nella segreteria provinciale della FIOM come segretario aggiunto.

Alla FIOM, Alini visse la fase della “riscossa sindacale” dei primi anni Sessanta e la ripresa del discorso unitario, che non fu priva di difficoltà. Egli ricoprì vari incarichi anche negli organismi nazionali, di categoria e confederali. Alini rimase nella segreteria provinciale della FIOM sino al 1964, quando si dimise, anche in questo caso per sopravvenuta incompatibilità con l’incarico parlamentare.

Parallelamente al suo ruolo sindacale Alini aveva infatti continuato a militare all’interno del PSI, essendo membro del Comitato direttivo della Federazione di Milano fino al 1964. Nelle file del PSI fu eletto Consigliere comunale per tre mandati, nel 1956, 1960 e 1964. 

Nelle elezioni del 1963 fu eletto alla Camera dei Deputati nel collegio di Milano, incarico a causa del quale dovette interrompere l’attività nel sindacato. Alla Camera Alini fu uno dei 25 deputati socialisti che votarono contro il governo Moro-Nenni, aderendo quindi nel 1964 al PSIUP.  Fu quindi rieletto nelle liste del PSIUP nel 1968, candidandosi anche alle successive elezioni del 1972.

La sua attività parlamentare fu anch’essa improntata ad una particolare attenzione alle questioni del lavoro. Alini fu infatti membro della Commissione Lavoro e Presidenza Sociale durante entrambe le legislature, e svolse anche un ruolo di primo piano nel processo che portò all’approvazione dello Statuto dei Lavoratori. 

Finita nel 1972 l’esperienza del PSIUP, Alini confluì nel PCI, con cui aveva una lunga storia di collaborazione durante la propria carriera sindacale e da ultimo anche nell’attività parlamentare, ad esempio con Giuseppe Sacchi, con cui aveva lavorato già nella segreteria della FIOM di Milano e successivamente in Parlamento.

Nel 1972 Alini entrò quindi come funzionario alla CGIL Lombardia, dove si occupò inizialmente di formazione professionale, poi di sicurezza sociale e sanitaria e infine operò come amministratore, fino al suo pensionamento nella primavera 1983. 

Oltre all’attività sindacale, Alini fu molto attivo nel movimento per la pace, a partire dalle mobilitazioni contro il Patto Atlantico risalenti al periodo trascorso nella FIOT, e nell’impegno per la difesa dei valori della Resistenza, ricoprendo anche l’incarico di consigliere provinciale dell’ANPI fino alla sua morte, avvenuta il 20 luglio 1996.

Fonti

Archivio del Lavoro,  fondo Granelli, Intervista a Walter Alini (Milano novembre 1984)

“Walter Alini” in La FIOM di Milano. I funzionari 1945-1985, a cura della Fiom CGIL di Milano, 1985 pp. 138-40. 

Fondazione ISEC, Archivio PCI Federazione milanese, Commissione federale di controllo, Biografie dei militanti, b.36 fasc. 29 Walter Alini 

ANPI Milano, Necrologio di Walter Alini in “l’Unità” 23 luglio 1996

(Alice Leone)