Pirola Manlio

(1922-1995)

Operaio, partigiano, funzionario comunista, segretario della Cdl di Milano

Nacque a Milano il 30 giugno 1922 da famiglia operaia e crebbe nel rione Cascine Abbadesse, vicino al quartiere Isola. Il padre era muratore, la madre, durante la Prima guerra mondiale, aveva trovato lavoro in un’azienda di prodotti bellici. Alla sua formazione politica e culturale contribuirono in misura determinante l’antifascismo del padre che aveva preso parte alle lotte sindacali e l’ambiente popolare e proletario in cui visse. Lì maturarono i primi contatti e le prime

esperienze politiche: frequentava il circolo indipendenza di tendenza socialista, occupato poi dai fascisti, e di cui assunse la presidenza all’indomani della liberazione.

Dopo le elementari, frequentò la scuola fino al terzo avviamento professionale e successivamente le scuole serali ottenendo il diploma di elettrotecnico presso la Cesare Saldini. Dopo aver lavorato come garzone parrucchiere e garzone litografo, nel 1937, entrò alla Pirelli come apprendista al reparto manutenzioni, riuscendo a conseguire anche la qualifica di operaio specializzato. In fabbrica strinse legami strettissimi con l’antifascismo militante, attraverso due operai, uno cattolico, l’altro

comunista, che furono poi arrestati dalla polizia politica e inviati al confino. Dopo l’8 settembre 1943, svestita la divisa militare, prese parte alla Resistenza, entrando nell’ottobre del 1944, nella 107 brigata Garibaldi. Durante gli scioperi di novembre del 1944, fu testimone dell’arresto di oltre cento lavoratori della Pirelli da parte delle SS, molti dei quali furono poi deportati in Germania. Fu poi uno dei tanti operai della fabbrica a mobilitarsi in occasione dello sciopero insurrezionale del 24 aprile 1945. Nell’immediato dopoguerra si dedicò all’attività sindacale: il suo primo impegno fu

quello di collettore: ogni mese doveva raccogliere le quote mensili di iscrizione al sindacato. Quasi contemporaneamente, fu eletto nella prima Commissione interna dopo la Liberazione, come membro rappresentante dei giovani e vi rimase fino al 1950 quando entrò nel Consiglio di Gestione della Pirelli. Tornato in Commissione interna, ne divenne presidente nel 1955. Erano gli anni duri della discriminazione anticomunista e antisindacale: la redazione del giornale “Fabbrica unita”, 6000 copie distribuite e l’organizzazione di uno sciopero furono infatti il pretesto colto dalla

direzione aziendale per licenziarlo il 2 maggio dello stesso anno. Licenziamento per rappresaglia politico-sindacale come fu riconosciuto in seguito dalla legge. Negli anni della militanza sindacale e politica in fabbrica e anche successivamente dopo il licenziamento partecipò ai corsi di formazione sindacale che si svolgevano a Milano.

Per quattro anni fu poi funzionario presso la federazione milanese del Pci ricoprendo la carica di membro della segreteria e nel 1959 entrò nella segreteria provinciale della Fiom come responsabile organizzativo fino al 1961. In questa veste, condusse, assieme ad altri compagni, la lotta degli elettromeccanici, che segnò una svolta decisiva per il rilancio del movimento operaio e sindacale dopo la stasi degli anni Cinquanta. In occasione dello sciopero del 1960, la Camera del lavoro aveva

invitato la cittadinanza esprimere il proprio sostegno agli elettromeccanici in lotta festeggiando il natale in piazza del duomo Nello stesso periodo prese parte attiva alla politica cittadina come consigliere comunale di Milano (1956-1968), tra il 1962 e il 1969 fu segretario responsabile del Sindacato enti locali e ospedalieri e, per sei anni, segretario della Camera del lavoro di Milano con la funzione di responsabile dell’organizzazione. In quella fase, lo spirito combattivo dei lavoratori

che aveva animato l’Autunno caldo era ancora vivo e il sindacato si fece interprete non solo delle rivendicazioni dei lavoratori, guidandone le lotte nelle fabbriche, ma si pose anche come soggetto promotore di riforme sociali. Lo stesso Pirola auspicava che il movimento sindacale divenisse forza nazionale e democratica in grado di far progredire assieme tutta la società. Infine, nel 1976, divenne

presidente della Centrale del latte di Milano che, per merito suo, divenne fiore all’occhiello del  comune tra le aziende municipalizzate milanesi. È stato tra i fondatori e gli organizzatori del centro “Concetto Marchesi”, presidente della cooperativa editrice Aurora e tra i promotori e dirigenti di Rifondazione comunista.

Morì a Milano nel 1995.

Fonti

Fondazione Isec, Archivio Pci Federazione milanese, Commissione federale di controllo, Biografie dei militanti, b.48, fasc. 120 Manlio Pirola

Bibliografia

Manlio Pirola, in La Fiom di Milano. I funzionari 1945-1985, a cura della Fiom Cgil di Milano, 1985, pp. 125-126.

Biografie dei fondatori del Centro culturale “Concetto Marchesi, in http://www.centroconcettomarchesi.it

(Roberta Cairoli)