Chiappa Carlo

1915 - 1988

Comunista, partigiano, operaio, Squadra di Azione Patriottica, sindacato Abbigliamento, Comitato direttivo 1965-1969 della Camera del Lavoro di Milano, consigliere comunale, Anpi di Abbiategrasso 

Nacque a Sedriano (Milano) il 20 agosto 1915. Suo padre Domenico morì al fronte durante la Prima guerra mondiale e lasciò vedova la moglie, con due bambini piccoli (Carlo aveva solo due anni). Sua madre (Giuseppina Trezzi) per provvedere al loro sostentamento faceva doppi turni alle filande; in quanto la pensione di guerra era di sole venticinque lire al mese.

A undici anni abbandonò la scuola e iniziò a lavorare come aiuto muratore.

A diciotto anni fu chiamato al premilitare ma non vi andò; così nel 1936 venne obbligato a fare il servizio di leva a Piacenza: restò sei mesi, poi tornò a casa e riprese a lavorare. Fu assunto alla Isotta Fraschini, come manovale, in seguito divenne meccanico.

Nel 1939 venne nuovamente richiamato al servizio militare, a Vigevano; ma già nel febbraio del 1940 fu rimandato a casa. Di nuovo convocato a maggio, lo inviano a Susa, sul confine francese e da qui al Sestriere. Dopo quaranta giorni ottenne una licenza per motivi di salute e venne congedato. Una volta a casa (in dicembre), riuscì a farsi assumere alla Borletti di Milano, dove si iscrisse al Pci ed entrò a far parte di una cellula clandestina del Partito. 

Il 27 ottobre del 1941 si sposò.

Scoppiano gli scioperi del marzo 1943 e a maggio la protesta coinvolge anche la Borletti. Chiappa fu alla testa delle lotte degli operai che si battevano per il pane e contro l'obbligo di lavorare anche durante i bombardamenti: incitò la sospensione del lavoro, sfidò le autorità della fabbrica. Per questo motivo i fascisti iniziarono a cercarlo per arrestarlo, ma Carlo riuscì a fuggire grazie all’aiuto delle donne del suo reparto. Non potendo rientrare in fabbrica, accettò di rientrare alla base militare di Verona; ma qui scoprirono ch’era ricercato e lo rimandarono a casa. Rientrato clandestinamente a Milano, trovò lavoro in una piccola ditta, ma la polizia fascista, dopo una perquisizione nella sua abitazione, scoprì dove lavorava e intimò alla moglie di obbligarlo a presentarsi ai Carabinieri di piazza Vetra. Con la paura di ritorsioni alla sua famiglia, decise di consegnarsi. Restò in carcere a S. Vittore dal 15 giugno sino alla caduta del fascismo, ma una volta liberato dovette ripresentarsi in caserma a Verona: la guerra non era finita e l’8 settembre 1943 i Carabinieri lo misero su un treno e gli intimarono di tornare a combattere. Solo alla fine di novembre il Partito riuscì a farlo rientrare al lavoro, alla Borletti di Vittuone, nella quale diede vita alla prima Squadra di Azione Patriottica, per sabotare la produzione e mettere fuori uso i macchinari. Successivamente, il Partito lo incaricò di organizzare le formazioni del Cln (giugno 1944): diede vita alla Resistenza nell'intero settore a ovest di Milano (il "blocco D"), che vedrà in azione la 168a, la 169a e la 170a Brigata, che formeranno la Divisione "Magenta", di cui l'operaio della Borletti (col nome di battaglia di "Abele"), ne fu il commissario politico.

Dopo la Liberazione Carlo poté riprendere il suo lavoro alla Borletti di Milano: dove fece parte degli organismi di contrattazione; rivestì il ruolo di responsabile di fabbrica del Partito comunista (1952-1962) e fu uno dei componenti della Commissione Interna (1962-1972). 

Negli anni quaranta fece parte del sindacato Abbigliamento; fra il 1948 e il 1949 fu Segretario di sezione del Pci e, contemporaneamente, responsabile della stampa e propaganda fino al 1951. 

Fu uno dei membri supplenti del Comitato direttivo 1965-1969 della Camera del Lavoro di Milano.

Fece parte del Consiglio comunale di Abbiategrasso e ne organizzò l'Anpi locale.

Morì ad Abbiategrasso (Milano) il 3 gennaio 1986.

(Annalisa Bertani)

Fonti

AdL, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981)

 

Bibliografia

La fiera di San Biagio : documenti e testimonianze della Resistenza nel magentino / testi a cura di Giovanni Biancardi, Magenta, Anpi, 1995

Sitografia

http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1734/carlo-chiappa 

http://anpisedrianovittuone.blogspot.com/p/carlo-chiappa.html

http://www.storiaxxisecolo.it/biografieitalia/biografieitc.htm