Cattaneo Silvio

[1861 - 1928]

Partito operai italiano, Cooperativa muratori di Milano, socialista riformista, consigliere comunale

Nato a Corbetta (Milano) nel 1861 da modesta famiglia (il padre era falegname), frequentò la scuola fino a 10 anni. Rimasto orfano di entrambi i genitori in giovane età, cominciò a lavorare come garzone, prima a Corbetta, poi a Milano. Entrato presto in contatto con Giuseppe Croce, Costantino Lazzari e Casati aderì al Partito Operaio Italiano e, nel 1886, fu uno dei fondatori della Cooperativa muratori di Milano, organizzazione a dichiarato carattere classista. In qualità di segretario della nuova associazione fu uno dei più attivi ed energici organizzatori del grosso sciopero dei muratori milanesi del settembre 1887 e membro della commissione operaia incaricata delle trattative con i capimastri. Conferenziere efficace, dotato di una notevole capacità di comunicazione, fu il più ascoltato propagandista della società muratori, non solo in Milano, ma anche nel difficile ambiente della provincia. Indubbiamente la personalità più prestigiosa dell’organizzazione muraria italiana, Cattaneo, fu uno dei creatori della Federazione muraria italiana, direttore responsabile e redattore del "Il Muratore", il giornale di categoria uscito tra il 1889 e il 1898.

Candidato per le elezioni amministrative del 1889 nella lista del Fascio dei lavoratori (organismo operaio ispirato ai più rigorosi principi operaisti ed esclusivistici del Partito operaio italiano), raccolse un buon numero di preferenze, pur senza venire eletto. Negli anni seguenti, fu con Croce una delle figure più rappresentative della corrente favorevole al superamento della ideologia economicista e corporativista del partito, impegnandosi seriamente nel preparare la fusione dal vecchio nucleo operaista lombardo con la nuova lega socialista milanese di Filippo Turati. Portandovi queste posizioni “fusioniste” partecipò al congresso operaio milanese del 1891, che preparò la nascita del partito dei lavoratori. Eletto membro del Comitato centrale del nuovo partito, prese parte ai lavori della commissione incaricata di elaborare il programma e lo statuto e di preparare il Congresso di Genova del 1892, a cui partecipò come delegato della associazione muratori di Milano. A partire dal 1889 diede anche un valido contributo alla attività propagandistica ed organizzativa, volta a creare in Milano una Camera del Lavoro; istituito questo organismo(1892), Cattaneo fu eletto membro della Commissione esecutiva camerale e, qualche anno dopo, fu chiamato a succedere a Ettore Rejna nell’incarico di segretario amministrativo. Più volte arrestato e denunciato fin dagli anni ottanta per la sua attività politico-sindacale, condannato pesantemente per i moti del maggio 1898, riparò all’estero per evitare l’arresto e la prigione. Tornato in Italia l’anno seguente, fu uno dei più attivi riorganizzatori del movimento operaio milanese, contribuendo soprattutto alla rinascita dell’associazione muratori. Organizzatore del grandioso sciopero dei muratori milanesi del 1901, continuò a dare la sua attività all’interno dell’associazione muratori, resuscitando la testata del giornale di categoria (Il Muratore) che diresse dal 1903 al 1904. 

Nel corso del 1901, al momento della scissione di Turati dal movimento socialista milanese, originata dall’opposizione della maggioranza alla linea politica generale di appoggio al nuovo indirizzo di governo inaugurato da Giolitti, Cattaneo si schierò con l’ala intransigente, restando nella Federazione stessa. Comportamento politico più complesso e contraddittorio tenne invece negli anni seguenti.

Con la venuta a Milano di Artura Labriola e la conquista da parte della corrente rivoluzionaria della Federazione socialista, negli aspri dibattiti che divisero il socialismo milanese, Cattaneo in un primo momento si schierò con l’ala riformista del partito, seguì Turati nella sua seconda scissione dalla Federazione e fu uno dei più attivi propagandisti dei gruppi socialisti autonomi. Ma questa sua scelta in campo strettamente politico, non gli impedì di aderire al Comitato d’azione socialista economica –organismo creato dai socialisti-rivoluzionari per la conquista della Camera del Lavoro in base a un programma rigidamente classista—mantenendo, però, all'interno di questo organismo un atteggiamento ambiguo. In occasione delle elezioni straordinarie per il rinnovo della commissione esecutiva (novembre 1903), infatti, egli finanziò, tramite l’Associazione muratori, il gruppo riformista. Le lunghe polemiche seguite a questo suo atteggiamento lo portarono ad allinearsi più chiaramente con i rivoluzionari e come esponente di questa corrente, si presentò alle elezioni politiche del 1904, candidato per il collegio di Appiano. Non fu eletto e nei due anni successivi, seguendo la sorte di quasi tutto il vecchio nucleo operaista, allentò i propri legami con Labriola ed il suo gruppo, e con un ennesimo giro di valzer si schierò nuovamente con la corrente riformista. Come candidato di questa frazione nel 1906 fu eletto membro dell’esecutivo camerale. Nel decennio successivo pare, però, che Cattaneo attenuasse notevolmente il proprio impegno politico e sindacale; dopo un lungo periodo di quasi totale silenzio, presentatosi di nuovo candidato alle elezioni amministrative del 1914 veniva eletto consigliere comunale. Si trattò, comunque, di un breve ritorno alla vita politica: dopo la guerra, con l’avvento del fascismo, Cattaneo abbandonò del tutto la milizia attiva tornando a fare il muratore, incaricato della manutenzione di uno stabile della società Umanitaria. Morì a Milano il 26 dicembre 1928.

(Fiorella Imprenti)

Bibliografia

Maurizio Antonioli,

Jorge Torre Santos,

Riformisti e rivoluzionari, 2006 Franco Angeli, pag. 65.