Invernizzi Gaetano

[1899 – 1959]

Operaio, antifascista, emigrato politico, comunista, segretario generale della Camera del Lavoro di Milano, segretario della Filia, deputato

Nacque ad Acquate (Lecco) l’11 ottobre 1899 da una famiglia di umili origini, primogenito di Isaia Invernizzi, artigiano tappezziere e di Rosa Valsecchi, assistente in una sartoria. All'età di nove anni seguì il padre per imparare il mestiere. Richiamato giovanissimo sotto le armi dopo Caporetto, partì volontario per il fronte, dove venne ferito. Fu proprio nel corso del primo conflitto mondiale che maturò la sua avversione per la guerra. Rientrato in famiglia, iniziò a compiere le sue prime esperienze politiche grazie soprattutto al cugino del padre Cirillo Invernizzi che lo introdusse alle riunioni della Camera del Lavoro e del Teatro del Popolo e nel 1919 prese la tessera del sindacato. Nello stesso anno, durante uno sciopero, conobbe Francesca Ciceri, giovane operaia metallurgica che ben presto sarebbe diventata sua compagna di vita e di lotta. Abbandonato il lavoro col padre venne assunto presso la Piloni, un’azienda metallurgica di circa 300 operai, ma nell'agosto del 1922, fu licenziato per il suo attivismo sindacale. Si iscrisse quindi al Partito comunista d’Italia. In seguito alle persecuzioni fasciste, culminate in un’aggressione squadrista, espatriò clandestinamente in Francia come lavoratore emigrato grazie alla Società Umanitaria e si stabilì a Parigi, dove nel 1924 fu raggiunto da Francesca Ciceri che sposerà nel 1925. Nella capitale francese assunse ben presto un ruolo di primo piano nell'emigrazione antifascista, svolgendo un’intensa attività politica e di coordinamento internazionale per conto del Pcd’I Partito Comunista d'Italia tra la Francia, l’Italia e l’Urss, dove frequentò assieme alla moglie per due anni e mezzo, dalla fine del 1932 all’inizio del 1935, la scuola dell’Internazionale comunista di Mosca. Nel giugno del 1936, subito dopo la ripresa del lavoro clandestino in Italia, fu arrestato assieme alla Ciceri e condannato dal Tribunale Speciale a 14 anni di reclusione da scontare nel carcere di Castelfranco Emilia. Liberato nell'agosto del 1943, aderì alla Resistenza e organizzò i primi gruppi di partigiani sulle montagne del lecchese. Nel 1944, tornato a Milano, entrò nella redazione del giornale clandestino “La fabbrica”, l’organo della federazione milanese del Partito comunista, e nel Comitato sindacale di Milano e provincia, come responsabile del Pci, con l’obiettivo di organizzare la resistenza nelle fabbriche a partire dallo sciopero generale del marzo 1944. Il 26 aprile 1945, dopo che una formazione di partigiani aveva occupato la sede dei sindacati fascisti di Porta Vittoria, Invernizzi con gli altri dirigenti del comitato sindacale vi si trasferirono. Si ricostituiva, così, la Camera del Lavoro di Milano.  Invernizzi redasse il Manifesto ai lavoratori milanesi che portava la firma di Gaetano Invernizzi per il Pci, Luigi Morelli per la Dc e Fortunato Saccani per il Partito socialista. Invernizzi entrò a far parte della segreteria, guidata da Giuseppe Alberganti, con la funzione di vicesegretario e con il compito di curare in particolare i rapporti con le organizzazioni padronali, per quanto riguardava le vertenze sindacali e la stesura dei contratti di lavoro. Divenne membro anche del Comitato federale della federazione comunista milanese. Il 4 gennaio 1947, fu eletto segretario generale in sostituzione di Alberganti, in un momento difficile che vedeva la rottura dell’unità antifascista a livello governativo, l’attentato a Togliatti e la scissione sindacale. Preoccupato per i destini della Cgil unitaria e per la forza contrattuale dei lavoratori, Invernizzi moltiplicò i propri sforzi di dirigente sindacale, affrontando esplicitamente il problema dell’unità e dell’indipendenza del sindacato in occasione del primo Congresso nazionale unitario della Cgil che si era tenuto a Firenze nel giugno del 1947, in cui peraltro fu nominato membro dell’esecutivo nazionale della Confederazione. Fu inoltre eletto deputato parlamentare nella prima legislatura per la circoscrizione di Milano-Pavia, facendo parte della decima Commissione parlamentare Industria-commercio-turismo –intervenendo, anche in questa veste, in difesa degli interessi dei lavoratori – e consigliere comunale di Milano tra il 1946 e il 1951 durante l’amministrazione Greppi. La lotta alla disoccupazione e al caro vita fu al centro del piano di interventi promosso dalla Camera del Lavoro di Milano negli anni della segreteria di Invernizzi: sul piano dell’assistenza, per esempio, si propose al comune di Milano e all’Eca un intervento per la riduzione delle spese d’affitto, di luce e di gas, delle tasse scolastiche ai disoccupati; a tutti i lavoratori occupati si chiese di non accettare straordinari per favorire l’assunzione dei senza lavoro. Nell'inverno del 1948-1949, la Camera del Lavoro si mobilitava contro la minaccia della Confindustria di massicci licenziamenti in tutta la provincia di Milano e contro il tentativo di vietare agli organizzatori sindacali di accedere alle fabbriche e di raccogliere le quote sindacali nelle aziende. Il 5 maggio 1949 si giunse faticosamente a un accordo con la Confindustria sulle rivendicazioni inerenti l’adeguamento e la rivalutazione salariale, la revisione della scala mobile e degli assegni famigliari.

Invernizzi tenne la segreteria della Camera del Lavoro di Milano fino alla fine del 1950 quando, per gravi motivi di salute, fu sostituito da Renato Bitossi. Dal 1951 al 1954 diresse la Federazione dei lavoratori alimentaristi (Filia), riuscendo ad ottenere il primo contratto nazionale della categoria. Nel Congresso nazionale della Filia a Torino, nell'ottobre del ’52, Invernizzi ribadiva la necessità di una politica unitaria, non settaria, basata sulla concretezza delle richieste come chiave del successo.

Morì a Milano il 23 marzo 1959.

(Roberta Cairoli)

Scritti di

G. Invernizzi, I miliardi dei contribuenti per la salvezza dell’industria non per il riarmo e la guerra. Discorso alla Camera, Milano, 1951;

G. Invernizzi, Un serio pericolo, in “L’Unità”, 18 febbraio 1947;

Fonti

ACS, CPC, ad nomen

ACS, MI, DGPS, Divisione affari riservati. Categorie permanenti ctg Z, b. 305

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Adl, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981),Verbale della Commissione esecutiva della Cdl di Milano del 16 giugno 1948, Intervento di Invernizzi

Adl, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981) Verbale della Commissione esecutiva della Cdl di Milano del 6 maggio 1949, Intervento di Invernizzi

Adl, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981) Verbale della Commissione esecutiva della Cdl di Milano del 21 giugno 1950, Intervento di Invernizzi

Fondazione Isec, Archivio Pci Federazione milanese, Commissione federale di controllo, Biografie dei militanti, b. 44, fasc. 100 Gaetano Invernizzi

Il congresso della CGIL in un’intervista col compagno Invernizzi, in “L’Unità” , 12 giugno 1947

Le azioni unitarie e i successi dei lavoratori dell’industria alimentare, in “Rinascita”, 1952, n. 10

L’Unità, 24 marzo 1959

“Avanti!”, 24 marzo 1959

Bibliografia

I deputati e i senatori del primo parlamento repubblicano, Roma-Milano-Catania, 1949, ad nomen; A. Dal Pont, A. Leonetti, P. Maiello, L. Zocchi, Aula IV, Anppia, Roma, 1961, pp.322-323;

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 F. Alasia, Gaetano Invernizzi dirigente operaio, Vangelista, Milano, 1976.

G. Vignati (a cura di),  Cenni biografici di 718 dirigenti della Federazione milanese del Pci, in GF Petrillo ( a cura di), I congressi dei comunisti milanesi, 1921-1983, Franco Angeli, Milano, 1986

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