Mariani Francesco, detto Franco

1886-1976

Disegnatore, Figs, socialista, «L’Eco del popolo», segretario Camera del lavoro, consigliere comunale, Consorzio navigabile Milano-Venezia, Università popolare, «Rompete le file!», Lega proletaria tra mutilati, invalidi, reduci orfani e vedove di guerra, antifascista, «Avanti!», consultore nazionale Cgil, deputato, senatore, segretario della Camera del lavoro di Milano

Nacque a Milano l’11 novembre 1886 da Giuseppe ed Angela Grassi. La sua famiglia era di umili condizioni, ed a soli otto anni rimase orfano di padre. Per questo motivo, venne affidato al Collegio dei “Martinitt”, dove poté proseguire gli studi sino alla scuola tecnica. 

Fu testimone dei moti di rivolta del 1898 a Milano, contro la fame e la disoccupazione e rimase fortemente turbato dalla violenza della loro repressione. In questo periodo si legò ai socialisti che furono arrestati e perseguitati, e ne seguì da vicino l’azione politica. 

Terminati gli studi lasciò il collegio e iniziò a lavorare come disegnatore nello Stabilimento di arti grafiche Bertarelli.

Iscritto sin dal 1902 alla Figs, entrò ben presto nel Consiglio direttivo del Circolo giovanile socialista di Milano. 

Arrestato nel 1909 per propaganda ‘sovversiva’, perse il lavoro. 

Un anno più tardi venne inserito nell’esecutivo della Federazione socialista milanese; ma di lì a poco fu costretto ad emigrare in Svizzera alla ricerca di un impiego. Qui venne dapprima diffamato e poi licenziato per motivi politici.

Rientrato in Italia si trasferì a Cremona, dove assunse la carica di segretario nella locale Camera del lavoro e fu redattore nel settimanale «L’Eco del popolo». Nel 1913 si stabilì a Milano continuando ad operare nel sindacato come membro della presidenza della Camera del lavoro e poi in qualità di segretario generale. Con Alfredo Bagnetti si occupò anche dei ferrovieri delle linee secondarie e dei tranvieri delle linee interprovinciali e intercomunali, dopo che questi si erano staccati dal Sindacato ferrovieri italiani e si erano venuti organizzando nel Sindacato nazionale dei ferrovieri. 

Esonerato dal servizio militare per una grave forma di artrosi, ricoprì la carica di consigliere nei comuni di Milano e Cremona, e si occupò del consorzio navigabile Milano-Venezia e dell’Università popolare.

Allo scoppio del primo conflitto mondiale, Mariani, che già aveva svolto un’intensa propaganda contro la guerra e che era stato tra i fondatori del periodico antimilitarista «Rompete le file!», si impegnò attivamente nella campagna contro l’intervento italiano; tanto che nella primavera del 1917, quando esplosero i moti contro il carovita, durante l’incontro milanese dell’8-9 maggio tra la direzione del Psi, la Cgdl e il Gps, si schierò con l’estrema sinistra, per una amplificazione delle agitazioni contro il conflitto.

Terminata la guerra, si interessò al problema dei combattenti e si adoperò per la costituzione della Lega proletaria tra mutilati, invalidi, reduci orfani e vedove di guerra. Agli inizi degli anni venti lasciò le cariche direttive che ancora rivestiva in campo politico e sindacale per dedicarsi prevalentemente alla propria bottega d’arte grafica. Durante il fascismo restò sempre fedele alle proprie convinzioni e venne più volte aggredito. Espatriò in Svizzera, ma dopo un breve soggiorno fece ritorno in Italia.

 

Benché vigilato, riprese i contatti con alcuni antifascisti milanesi: individuato e segnalato alle autorità di pubblica sicurezza, fu internato il 21 gennaio 1941 nel campo di concentramento di Fabriano. Dopo la caduta del fascismo fu liberato e partecipò attivamente alla lotta clandestina, collaborando anche alla redazione e alla diffusione dell’«Avanti!» milanese.

Nel dopoguerra fu consultore nazionale (commissione industria e commercio) su designazione della Cgil, e nel giugno del 1946 venne eletto deputato nelle file del partito socialista per il IV collegio di Milano. Senatore nella prima e seconda legislatura repubblicana, fece parte della X commissione (lavoro-emigrazione-previdenza sociale) e della commissione d’inchiesta sulle condizioni dei lavoratori nelle fabbriche. Nominato dopo la liberazione segretario della Camera del lavoro di Milano, fu con il comunista G. Alberganti protagonista delle accese battaglie che caratterizzarono i primi anni di vita del sindacato, conquistando una larghissima popolarità ed un indiscusso prestigio tra gli operai milanesi. Già membro del comitato direttivo e dell’esecutivo della Cgil per la corrente socialista di Unità e democrazia sindacale, nel gennaio del 1956 gli venne affidata anche la segreteria regionale della Confederazione per la Lombardia. Si occupò soprattutto dei problemi connessi all’emigrazione. Fu consigliere comunale a Milano, e dal 1959 ricoprì la carica di segretario regionale dell’Anpi. 

Morì a Milano l’8 gennaio 1976. 

Scritti

Autobiografia di Mariani Franco (conservata presso Archivio del Lavoro)

 

Fonti

Archivio del Lavoro, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981)

 

Bibliografia

S. Caretti, Mariani Francesco, in F. Andreucci, T. Detti (a cura di), Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, Vol. III, Editori Riuniti, Roma, 1975, pp. 315-317

(Annalisa Bertani)