Bianchi Virginia

Cucitrice, Lega fra le lavoranti in biancheria, Commissione Esecutiva della Camera del Lavoro, Collegio dei Probiviri dell’Industria del vestiario, Federazione femminile mista della Camera del Lavoro.

Virginia Bianchi fu tra le prime donne che emersero come dirigenti sindacali nella stagione delle leghe femminili nate attorno alla Camera del Lavoro di Milano negli anni Novanta dell’Ottocento. Virginia Bianchi era una cucitrice, professione allora molto diffusa a Milano, che dava lavoro a circa quattromila operaie nelle fabbriche e ad un altro migliaio a domicilio, in genere poco pagate e  con scarsa capacità contributiva e associativa. Per questo le sorti della Lega tra le lavoranti in biancheria furono legate negli anni a quelle della Federazione femminile mista della Camera del Lavoro, che accoglieva le lavoratrici senza una propria lega di riferimento, e Virginia Bianchi diresse a lungo entrambi gli organismi. Fu infatti per anni alla guida della Lega fra le Lavoranti in biancheria che si costituì per la prima volta nel 1895 accogliendo cucitrici e stiratrici, e in quello stesso anno fu tra le protagoniste della costituzione della Federazione femminile mista della Camera del Lavoro, guidandola per oltre un ventennio, fino al 1917.  Virginia Bianchi, forte del suo ruolo all’interno della Federazione femminile mista, venne eletta nel 1897 nella Commissione Esecutiva della Camera del Lavoro, che negli anni Novanta dell’Ottocento chiamò al suo interno le donne più in vista delle leghe femminili: oltre a Virginia Bianchi vennero elette la sarta Ida Fontana, le maestre Ambrosina Besana Viglezzi e Linda Malnati, la stiratrice Giuditta Brambilla, la cravattaia Zelinda Buggia (membro supplente) e la tessitrice Carolina Annoni. Virginia Bianchi e le compagne procedettero più volte a costituire la Lega fra le lavoranti in biancheria, mantenendo negli anni di minore affluenza delle lavoratrici un gruppo sempre attivo all’interno della Federazione femminile mista. La lega fra le lavoratrici in biancheria fu rifondata nel 1901 dopo la repressione di fine secolo e si mantenne in vita fino al 1903, rinacque nel 1908 in occasione di alcuni scioperi e del tentativo di costituire una cooperativa e conobbe la sua massima espansione nel 1917, guidata sempre da Virginia Bianchi.  Nel 1905, assieme alla sarta Santa Volonteri, Virginia Bianchi venne eletta per parte operaia nel Collegio dei Probiviri per l’industria del vestiario di Milano, costituitosi allora per la prima volta con una partecipazione al voto quasi esclusivamente femminile. I Collegi dei Probiviri, magistrature di conciliazione da realizzarsi a livello cittadino e per tipologia di industria, si pronunciavano in caso di vertenze sul lavoro ed erano composti in ugual numero da lavoratori e proprietari, presieduti da un magistrato. La legge che li istituì nel 1893 diede anche alle donne la possibilità di portare il proprio voto, di candidarsi e di essere elette. Si trattava di un ruolo nuovo per le donne e che aprì la strada a diritti conseguenti: non  solo la categoria di donna-giudice mal si conciliava con  l’incapacità giuridica che allora gravava in particolare sulle donne sposate, ma gli arbitri dei collegi probiviriali  dovevano decidere in assenza di una consolidata legislazione sul lavoro ed erano quindi chiamati con le loro sentenze a innovare la norma, il che contraddiceva l’assunto dell’incapacità giuridica femminile e introduceva precocemente la questione dell’esclusione delle donne dalle  funzioni giudiziarie. Eletta per la prima volta nel 1895, Virginia Bianchi venne riconfermata negli anni successivi mantenendo il ruolo fino alla prima guerra mondiale. Gli anni di guerra furono quelli di maggiore difficoltà per la Lega delle lavoranti in biancheria della Camera del Lavoro, che dal 1913 perse progressivamente consensi a favore dell’Unione sindacale milanese, presso la quale le lavoratrici avevano costituito un proprio sindacato e diretto alcuni scioperi. Virginia Bianchi restò invece in seno alla Camera del Lavoro e si impegnò per la riunificazione delle due leghe che avvenne nel 1917 in occasione di uno sciopero di cui riuscì a guadagnare la direzione, riportando alla lega camerale la totalità delle organizzate. Dopo oltre venti anni di lotte, il nome di Virginia Bianchi venne cancellato negli anni del fascismo e di lei non si seppe più nulla.

(Fiorella Imprenti)

Bibliografia: 

F. Imprenti, Operaie e socialismo. Milano, le leghe femminili, la Camera del Lavoro (1891-1918), Franco Angeli, 2007.  

Propaganda milanese. Il risultato delle elezioni probivirali per l’industria del vestiario e della biancheria confezionata, «Il Sarto», 1 marzo 1905; L’adunanza della sezione femminile, «Avanti!», 5 marzo 1917; Donne iscritte alla Camera del La voro ripartite per categoria, «Cronaca del Lavoro», febbraio 1902; Nella cooperazione, «La battaglia proletaria», 11 gen- naio 1908.