Valbonetti Mario

1895-1983

Antifascista, socialista, orafo, operaio, segretario della FIOM, Commissione Esecutiva della Camera del Lavoro di Milano, vicesegretario della Camera del Lavoro di Milano

Mario Valbonetti nacque a Cesena (Forlì) da una famiglia di artigiani il 27 aprile 1895. Suo padre, convinto repubblicano, era calzolaio in proprio. Durante l’infanzia perse le tre sorelle minori e la madre Clotilde, morta quando Valbonetti aveva sette anni. Da quel momento Valbonetti trascorse il suo tempo tra il collegio e, dopo il secondo matrimonio del padre, la bottega del genitore, con cui si trasferì a Milano.

Lasciò la scuola dopo la quarta elementare, proseguendo poi la propria educazione da autodidatta, sviluppando così l’abitudine a documentarsi e l’amore per la lettura che lo avrebbero caratterizzato per il resto della sua vita. 

A Milano, Valbonetti frequentò sin da giovane i circoli socialisti negli ambienti popolari della zona di Porta Volta, lavorando presso l’Oreficieria Citterio. A causa delle sue convinzioni politiche divenne presto oggetto di  persecuzioni da parte dei fascisti, che lo costrinsero a lasciare la città spostandosi in Calabria, dove continuò a lavorare come orefice in proprio. In Calabria si sposò ed ebbe i quattro figli, tre maschi e una femmina. Successivamente si trasferì a Messina, mantenendo lo stesso mestiere. Con la crisi degli anni ’30 rientrò a Milano.

Una volta rientrato a Milano, lavorò inizialmente come assicuratore, rimanendo però presto disoccupato per il rifiuto di iscriversi al Pnf. Lavorò quindi come operaio prima alla Siti e poi alla Safar, dove prese parte alle prime mobilitazioni sindacali, imitato anche dal figlio Walter che iniziò lavorarvi nel 1943. 

Valbonetti prese parte alle attività clandestine del PSIUP, occupandosi essenzialmente di propaganda e di organizzazione. Fu rappresentante del PSIUP di quest’ultimo nel CLN della zona delle case minime che tra le file della federazione giovanile per la zona di Porta Magenta. Il suo più significativo contributo all’attività resistenziale socialista fu però senza alcun dubbio sul piano sindacale e di collegamento con le fabbriche, che valse a Valbonetti il ruolo di presidente del CLN della Safar. 

In questo periodo conobbe tra gli altri Lelio Basso, che successivamente lo avrebbe incoraggiato ad impegnarsi nella FIOM.  

Dopo la Liberazione, Valbonetti fece parte del Cdg della Safar e nel 1945 si iscrisse alla FIOM ed entrò nella segreteria provinciale di Milano, incarico che mantenne sino al 1949. 

In qualità di membro della segreteria della FIOM fu anche tra i fondatori del Piccolo Teatro, essendone un appassionato frequentatore oltre che lui stesso attore dilettante in gioventù.

Tra il 1946 e il 1947 fece anche parte della Commissione Esecutiva della Camera del Lavoro di Milano.

Al secondo congresso di quest’ultima, nel marzo 1947 fu eletto nella segreteria camerale come vicesegretario per la corrente socialista. Si dimise però nell’autunno di quello stesso anno, ufficialmente per gravi condizioni di salute ma probabilmente anche motivato dalla scissione del PSI, e fu sostituito da Mario Ferrari Bravo.

Contemporaneamente all’attività sindacale, continuò la militanza politica, partecipando agli organi dirigenti del PSI e aderendo nel 1947, dopo la scissione di Palazzo Barberini, al PSLI di Saragat (poi diventato PSDI) e ricoprendovi diversi incarichi.

Dal 1949, lasciato il sindacato, lavorò per l’Ente Comunale di Assistenza con Ezio Vigorelli e Aldo Aniasi per il periodo dell’amministrazione Greppi. 

Valbonetti morì a Milano il 3 gennaio 1983. 

Fonti

Archivio del Lavoro, Fondo G. Granelli, progetto 10 Mario Valbonetti

Mario Valbonetti in Fiom CGIL di Milano (a cura di), La FIOM di Milano. I funzionari 1945-1985, Milano 1985 p. 47. 

Libero Cavalli, Carlo Strada, Il vento del nord. Materiali per una storia del Psiup a Milano 1943-45, Milano 1982

Jorge Torre Santos, Il sindacato unitario. La Camera del lavoro di Milano nel periodo dell'unità sindacale, 1945-1948, Milano 2005

(Alice Leone)