Ballardini Aldo

1903 - 1995

Socialista, comunista, confinato, insegnante, capotecnico, Consiglio di gestione, Pirelli, capo ufficio, Tempi e organizzazione, Pirelli-Sapsa, Ferrovieri, partigiano, Fondazione di solidarietà nazionale pro partigiani e vittime della lotta di liberazione, Comitato direttivo, Commissione tecnica centrale, Camera del Lavoro di Milano, Commissione di partito, Consiglio di gestione e lavoro di massa, Segretario, Camera del lavoro di Sesto San Giovanni, vice-segretario, Commissione esecutiva, Commissione disoccupati e impiegati, Anpi di Pratocentenaro

Nacque a Villanova di Bagnacavallo (Ravenna) il 29 marzo 1903, da Domenico, operaio agricolo, e Luisa Ghetti, casalinga.

Dopo le scuole elementari, grazie alle borse di studio rilasciate dal suo comune natio, riuscì a frequentare anche le scuole medie, inferiori e superiori, al Regio istituto industriale di Fermo.

Sin dall’età di quindici anni iniziò a frequentare, insieme al padre e ai fratelli, il Circolo socialista di Bagnacavallo, nel quale diresse la Sezione Giovanile dal 1917 al 1920; mentre a Fermo (dove studiava) fondò il Circolo giovanile studentesco “Giuseppe Di Vagno” e fu membro della Federazione marchigiana socialista giovanile (1920-1923).

Nel mentre, collaborò con riviste tecniche e giornali di partito, fra i quali, il settimanale socialista “La Lotta” e quello comunista “Bandiera Rossa”.

Nel 1923, però, dietro imposizione dei fascisti dovette lasciare Fermo e successivamente anche il paese natio, dove veniva perseguitato. Cercò allora di espatriare ma fu fermato a Ventimiglia, dove fortunatamente, grazie ad alcuni compagni, riuscì a eludere la sorveglianza dei carabinieri. Si stabilì a Genova, dove iniziò a collaborare con la Federazione giovanile socialista, fino al 1926, anno in cui, nuovamente ricercato dalla polizia, dovette riparare a Milano, ma non trovando lavoro, si spostò a Sondrio. Qui mise in pausa la sua attività politica e così facendo potè lavorare come insegnante, presso scuole private. Alcuni anni più tardi, nel 1929, decise di tornare a Milano, dove divenne Capo-tecnico, e un componente del Consiglio di Gestione, della Pirelli; si sposò e riprese il suo lavoro di propaganda per il partito socialista.

Fu più volte arrestato per motivi politici: il 4 agosto del 1936 dall’O.V.R.A., che lo condannò al confino sulle Isole Tremiti per 5 anni: dopo aver scontato tre anni, si ammala, e la restante pena venne commutata in due anni di sorveglianza speciale; mentre nel 1943 venne nuovamente fermato e rilasciato dopo qualche mese.

Dopo il confino, tornò a Milano e divenne Capo ufficio Tempi e organizzazione presso la Pirelli-Sapsa di Sesto San Giovanni; la stessa fabbrica nella quale, nel giugno del 1939, entrò a far parte del Pci e costituì una cellula che agiva nella zona di Porta Venezia: si occupò della propaganda negli stabilimenti Pirelli (sede centrale di Milano), Falck, e Breda, e divenne Capocellula dei Ferrovieri dello Stato e delle Nord.

Il secondo arresto, invece, avvenne il 25 novembre 1943, mentre si recava ad un appuntamento con alcuni socialisti della Pirelli: rimase in carcere sino al Natale di quell’anno, quando fu liberato in virtù degli scioperi del dicembre ‘43. Una volta libero, continuò a occuparsi dei Ferrovieri sino all’aprile del 1945, quando entrò a far parte della Delegazione militare regionale delle Brigate Garibaldi (C.V.L.), come Intendente del Comando centrale.

Dopo la Liberazione fu istituita la Fondazione di solidarietà nazionale pro partigiani e vittime della lotta di liberazione su iniziativa dell'industriale Enrico Falck e di svariati esponenti della Resistenza: oltre a Ferruccio Parri, fra i componenti del Comitato direttivo spiccava il nome di Aldo Ballardini, ruolo che ricoprì almeno sino al 1978 (Infp -ex Insmli-, fondo Fiap Naz., s.7, b.37, f.29).

Dal 1945 al 1946 fece parte anche del sindacato: fu nel Comitato direttivo della Commissione tecnica centrale della Camera del Lavoro di Milano e nella Commissione di partito del Consiglio di gestione e lavoro di massa.

Successivamente divenne Segretario della Camera del lavoro di Sesto San Giovanni, dal 1948 al 1950; mentre nel 1951 tornò nella Segreteria della Camera del Lavoro di Milano, dapprima come vice-segretario, poi come un componente della Commissione esecutiva, quale responsabile dei problemi economici e della Commissione disoccupati e impiegati.

Fu un dirigente dell’Anpi di Pratocentenaro, un quartiere di Milano.

Morì a Milano il 27 dicembre 1995.

Fonti

AdL, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981)

Fondazione Isec, Archivio Pci Federazione milanese, Commissione federale di controllo, Biografie dei militanti, Ballardini Aldo

Fondazione Isec, fondo Ballardini Aldo, Infp (ex Insmli), fondo Fiap Naz., s.7, b.37, f.29

Bibliografia

Ferro Mario, Diario di un antifascista : dall'Italia alla Francia, alla Svizzera fino a Dongo, 1919-1945, Milano, Teti, 1998

Sitografia

http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB000775/ 

(Annalisa Bertani)