Strazza Vittorio

Socialista, tipografo, Segretario della Camera del Lavoro di Milano, Presidente della Federazione italiana fra i lavoranti in vetro

Vittorio Strazza, tipografo compositore e organizzatore sindacale della categoria, divenne membro della prima Commissione esecutiva della Camera del Lavoro di Milano, eletta nel giugno del 1893, e vi restò fino al 1900. Nominato presidente della stessa nel 1895, resse la Segreteria camerale dal 1896 al 1898. Dopo la stasi del 1894, a seguito dell’ondata repressiva che colpì anche alcuni esponenti sindacali di primo piano (Giuseppe Croce, Carlo Dell’Avalle, Luigi Della Torre), gli anni successivi furono segnati da una significativa ripresa della conflittualità operaia. Durante la segreteria Strazza, la Camera del Lavoro intervenne per mediare e comporre numerose vertenze che ebbero in gran parte esito positivo. Nel 1896 intavolò un’importante trattativa con l’Unione cooperativa, ottenendo la revoca del licenziamento di un centinaio di sarte del reparto confezioni per signora; nel 1897, riuscì a far reintegrare quattro operai dello stabilimento Erba, licenziati per aver richiesto miglioramenti di salario; riuscì, inoltre, ad ottenere l’introduzione delle 10 ore di lavoro nelle ditte di selleria e valigeria e l’aumento della paga dei lavoranti fornaciai. Esito decisamente negativo ebbe invece lo sciopero che si tenne nel luglio 1896 fra gli operai sarti della ditta Bocconi: Strazza si incaricò di condurre le trattative con il proprietario, presentando le richieste degli scioperanti, tra cui la revoca dei licenziamenti, una variazione del regolamento, aumenti sulle paghe e sulle tariffe dei cottimi, ma la ditta si mostrò inflessibile su tutti i punti, accettando soltanto di riammettere al lavoro gli scioperanti, ad eccezione del capo sala e di tutti i capi e sottocapi delle singole sezioni. Fallimentare anche la lotta degli operai compositori e impressori della ditta Sormani e Ghidini, nell'aprile dell’anno successivo, per il rispetto della tariffa concordata nel 1892. In alcune circostanze, La Camera del Lavoro intervenne per interrompere o impedire lo sciopero, favorendo la ripresa del lavoro, spinta «dall'opportunità di trovare quella via di mezzo che potesse, senza pregiudicare le ragioni del buon diritto, conciliare gli interessi e degli operai da una parte e degli industriali dall'altra». Fu ad esempio il caso degli addetti del gas che vennero convinti a rinunciare a parte delle loro richieste per concludere l’agitazione che durava mesi. Oltre ad essere uno dei principali dirigenti della Camera del Lavoro di Milano, Vittorio Strazza si fece promotore della Federazione italiana fra i lavoranti in vetro – di cui poi divenne presidente – costituita ufficialmente, dopo una serie di riunioni tra lavoratori coordinate dallo stesso Strazza, nel primo Congresso nazionale dei vetrai che si tenne nel capoluogo lombardo il 10 gennaio 1897.

(Roberta Cairoli)

Bibliografia:

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S. Merli, Proletariato di fabbrica e capitalismo industriale. Il caso italiano 1880-1900, La Nuova Italia editrice, Firenze, 1976;

Milano e la Camera del lavoro 1891-1914, Comune di Milano, Camera del lavoro di Milano, 1981;

A. Marianelli, Proletariato di fabbrica e organizzazione sindacale in Italia: il caso dei lavoratori del vetro, Franco Angeli, Milano, 1983;

I. Granata e A. Scalpelli (a cura di) Alle radici della democrazia. Camera del lavoro e partito socialista nella Milano di fine Ottocento, Ediesse, Roma, 1998;

M. Antonioli, Jorge Torre Santos. Riformisti e rivoluzionari. La Camera del lavoro di Milano dalle origini alla Grande Guerra, Franco Angeli, Milano, 2006;

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