Calvi Ettore

Dirigente Azione Cattolica, segretario Cdl Varese, vicesegretario Cdl di Milano, segretario generale della Usp, membro dell’esecutivo confederale della Cisl, deputato, senatore

Nacque a Milano nel marzo del 1907. Militò fin da giovanissimo nelle file dell’Azione Cattolica, di cui fu dirigente dal 1924 al 1940. Combattente nella Seconda guerra mondiale, con la fine del conflitto ebbe inizio la sua attività sindacale: nel 1945 divenne infatti dirigente del sindacato poligrafici di Milano e l’anno successivo entrò nella segreteria della Camera del Lavoro di Varese; fu poi eletto vicesegretario della Cdl di Milano, nella fase in cui, conclusa la configurazione del vertice camerale, si stava definendo la struttura organizzativa interna. Come altri dirigenti della corrente sindacale cristiana – tra i quali Alessandro Butté, Franco Volontè, Amleto Barni – Calvi fu esponente di spicco delle Acli milanesi, destinate presto a entrare in conflitto con il fronte sindacale sul terreno dell’assistenza ai lavoratori. Lo scontro sulle Acli si aggiunse ai numerosi motivi di discussione e di attrito tra la corrente democristiana e le correnti socialcomuniste all’interno dell’organizzazione sindacale, per esempio sul tema dell’autonomia della Cgil rispetto alla linea dei partiti politici e su quello, in particolare, degli “scioperi politici”. A tal proposito, Calvi più volte esprimerà chiaramente – sia in Commissione esecutiva sia sulle pagine di Battaglie del lavoro, l’organo ufficiale della Confederazione milanese – la posizione della sua corrente, contraria a servirsi dell’organismo sindacale quale strumento per la realizzazione di scopi politici, cogliendo in questo il più grave pericolo per l’unità sindacale.  Calvi fu protagonista degli eventi che determinarono, all’indomani dell’attentato a Palmiro Togliatti,  il 14 luglio 1948, la fine del sindacato unitario in seguito alla scissione della corrente sindacale cristiana e la costituzione della Libera confederazione del lavoro –  che si dichiarava aconfessionale e apartitica –  divenendo segretario generale  dell’Unione provinciale di Milano, alla cui guida resterà  anche in seguito alla nascita della Cisl, in cui ricoprirà incarichi di rilievo fino al 1959. Oltre all’attività sindacale, negli anni ’50 e ‘60, si dedicherà con passione all’impegno politico: consigliere comunale per la Democrazia cristiana nel 1951, sarà poi eletto deputato nelle politiche del 1953 e riconfermato poi nelle elezioni del 1958, del 1963 e del 1968. Componente di diverse commissioni parlamentari, tra le quali la Commissione Difesa, la Commissione Industria e Commercio, tra il 1960 e il 1968 venne nominato sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale   che gli consentirà di mettere a frutto la sua grande esperienza sindacale. Promotore, inoltre, di numerose proposte di legge a carattere sociale,  fu per iniziativa sua e di Butté che, nel 1955, venne costituita la Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni dei lavoratori in Italia, con l’obiettivo di verificare nello specifico la reale applicazione all’interno delle aziende delle norme  contrattuali e legislative destinate  a proteggere “l’incolumità fisica e morale dei lavoratori”  e suggerire al Parlamento e al governo  provvedimenti atti a migliorare il sistema protettivo e la qualità delle relazioni umane nei luoghi di lavoro.

Nel 1972, infine, fu eletto senatore. Ettore Calvi morì a Milano nel luglio del 2001.