Della Torre Luigi

[1861 – 1937]

Impiegato, rappresentante degli impiegati nella Camera del Lavoro di Milano, pubblicista, dal 1913 presidente della Società Umanitaria, senatore.

Nacque ad Alessandria il 13 Luglio 1861 da Giacomo e Jenny Pisa. Laureato in scienze economiche e commerciali, si impiegò al banco Zaccaria-Pisa di Milano, di cui fu per molti anni gerente, facendosi strada nel mondo bancario e della finanza, poi giunse a svolgere ruoli di primo piano. Entrato assai giovane nel Partito operaio italiano ed in seguito nel partito socialista svolse intesa attività politica militando sempre nell’ala riformista. Fu tra i fondatori, e per vari anni consigliere, dell’Unione impiegati privati di studio e di commercio, rappresentando nel 1891 tale categoria nella commissione esecutiva dalla camera del lavoro di Milano. In seguito fondò e presiedette per 10 anni l’Associazione bancaria italiani. Nel 1894, Venezia subì una condanna a tre mesi di confino a Vercelli e lo stesso anno si divise volontariamente dal grado di tenente di complemento dell’esercito. Nel ’95 fu eletto membro della commissione direttiva del grande PSI milanese e delegato del III mandamento elettorale socialista di Milano. Particolarmente interessato ai problemi della stampa, fu fra i fondatori dell’Avanti! Nel 1896 fra quelli del Tempo nel 1899, fu autore al congresso di Firenze, nel ’96, insieme a C. Lazzari ed a O. Morgari della relazione sul giornale quotidiano ed i problemi adesso connessi. L’anno successivo, nominato membro della Commissione esecutiva della Federazione socialista milanese fu relatore al congresso di Bologna, insieme a F. Turati, sulla questione dei revisori dei conti.

Nel 1901, in occasione dell’appoggio dato dal gruppo parlamentare socialista al governo Zanardelli – Giolitti ed al conseguente urto sul problema della collaborazione ministeriale fra la corrente rivoluzionaria e la riformista, si schierò con quest’ultimo. Nello stesso periodo venne nominato nel Consiglio direttivo della Società Umanitaria dove rivestì sempre un ruolo di primo piano fino a diventare vicepresidente ed in fine, nel 1913, presidente. Alla sua iniziativa fu dovuto tutto il complesso di istruzioni sorte grazie al lascito di M. Loria, e specialmente le scuole professionali, il Segretario del popolo (Istituto di coordinamento delle varie opere di beneficenza milanesi) ed il primo Ufficio del lavoro creato in Italia. Fu anche promotore delle prime case operaie in Milano, dell’Istituto di credito per le cooperative e della società generale elettrica della Sicilia. Uscito dal partito socialista, in seguito alle critiche suscitate da un suo omaggio al re che aveva riproposto al congresso di Roma del 1906, il problema del comportamento socialista di fronte alla Monarchia, entrò in senato, nel 1913, grazie al proprio censo.

Nel dopoguerra all'istaurarsi del regime fascista D.T. continuò a ricoprire la carica senatoriale, occupandosi specialmente di questioni finanziarie ed a svolgere attività in campo bancario e commerciale. Sebbene mantenesse di fronte al regime un atteggiamento di apparente disimpegno sovvenzionò i fuorusciti antifascisti all’estero e soprattutto in Francia. Ebbe in questo senso contatti con L. Campolonghi, ex corrispondente del secolo, di cui D.T. era stato fino al 1923 proprietario al quale affidò l’amministrazione della proprietà terriera del castello di Douazan, da lui acquistato a Nerac, in Francia subito dopo la guerra. Questa tenuta, in gran parte costituita da terreni abbondanti accolse, insieme a quella di Muret, presso Tolosa, amministrata da A. Pedrini, numerosi contadini italiani fuorusciti, specie dell’Emilia – Romagna ed in particolare della zona di Molinella. Anche se dal punto di vista economico fu un fallimento, Douazan costituì uno dei più vivi centri di incontro del mondo antifascista, al punto che all’inizio del 1927, dopo che vi era stata fondata la LIDU, vi si tenne il convegno costitutivo della Concentrazione di antifascista già presidente nel passato del consiglio d’amministrazione della casa editrice Fratelli Treves e vice presidente della società Edison, D.T. divenne, negli ultimi anni consigliere dell’Istituto italiano di credito marittimo e di altre banche e case editrici italiane e straniere. Morì a Milano il 1° Ottobre 1937.

(A. Landuyt)

Riferimenti bibliografici

F. Andreucci, Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, vol. II, Roma 1975;

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