Pacini Elide
[1930 - 2014]
Comunista, apparato tecnico, Camera del Lavoro di Milano, Fiom Milano, coordinamento Donne Spi Milano.
Elide Pacini nacque a Milano il 26 febbraio 1930 da padre impiegato e madre casalinga, terza di tre figli. Di
cultura cattolica, frequentò le scuole religiose. Apprese i primi rudimenti politici dai partigiani comunisti durante
la guerra quando conobbe un giovane partigiano gappista, amico della sorella maggiore, che le parlò dell’antifascismo,
del comunismo e del Partito Comunista. Cominciò così la sua maturazione politica e nel 1946 aderì al Partito comunista di nascosto dai genitori. Nell’immediato dopoguerra svolse lavori a termine come impiegata in alcuni studi professionali e infine in una piccola azienda metalmeccanica. Licenziata per rappresaglia politica per aver partecipato agli scioperi spontanei in occasione dell’attentato a Togliatti, fu chiamata nel 1948 in Camera del Lavoro di Milano da Giovanni Brambilla per sostituire Stella Vecchio che andava in maternità.
Nel suo libro autobiografico descrisse il suo arrivo al sindacato come il coronamento di un sogno: "Lavoravo finalmente per un grande obiettivo: realizzare il socialismo, cambiare la società e il mattino del 13 febbraio 1949 salivo le scale di quel vecchio palazzo che era la Camera del Lavoro. Entrare in quel palazzo voleva dire metalmeccanici, sartine, tessili, braccianti insomma tutto il mondo del lavoro." (Pacini, 2009, p. 26).
Quel lavoro che doveva durare pochi mesi la impegnò invece per tutta la vita, legandola profondamente alla storia della Camera del Lavoro di Milano, alle sue vicissitudini, alle sue conquiste, alle sue sconfitte.
Fu impiegata all’Inca di Milano fino al 1952, anno in cui passò all’apparato tecnico della Fiom provinciale, prima nella
zona di Porta Romana e poi a Sesto San Giovanni.
Negli stessi anni fu nominata responsabile delle donne lavoratrici e si impegnò nelle battaglie per la parità, per la legge
a tutela della maternità e per l’istituzione degli asili nido.
Il 1952 la vide anche impegnata in un’esperienza politica a Catanzaro per aiutare i comunisti locali in una dura battaglia elettorale per le amministrative. Raccontava Elide Pacini che:
"Scesa dal treno a Catanzaro mi guardai intorno per cercare i compagni che dovevano venire a prendermi. La stazione si
vuotò e finalmente due compagni si avvicinarono un po’ perplessi: si aspettavano una donna, non una ragazzina. [...] Non
dovevo uscire da sola. Mi affidarono a un vecchio compagno che per quel periodo lasciò il suo lavoro di sarto e insieme incominciammo ad andare casa per casa per convincere i cittadini a votare per la nostra lista. [...] Se la famiglia era di sinistra ci offrivano del vino, del pane e delle fave e presto scoprii che il pane e le fave erano solitamente la loro cena."(Pacini, 2009)
Il sindacato si accorse delle sue capacità politico-sindacali e la mandò a frequentare un corso di formazione ad Ariccia, importante scuola sindacale della Cgil nazionale. Si sposò nel giugno del 1954 con Carlo Broggini, operaio dell’Alfa Romeo, da cui due anni più tardi ebbe il figlio, Mauro.
Nel 1955, mentre la Fiom attraversava un momento di difficoltà economica, fu destinata alla Camera del Lavoro di Gorgonzola come funzionaria e svolse anche compiti politici di coordinamento delle riunioni con i lavoratori e
gli attivisti delle fabbriche.
Nel 1956 rientrata dal congedo di maternità scelse di abbandonare il «lavoro politico» per conciliare gli impegni sindacali e quelli familiari e fu impiegata prima all’Ufficio sindacale con Aldo Bonaccini e in seguitoall’Ufficio legale con Dino Luzzatto. Quando, nel 1962, Aldo Bonaccini fu eletto Segretario generale della Camera del Lavoro di Milano, affidò a Elide Pacini il coordinamento dell’Ufficio di segreteria della Camera del Lavoro di Milano. Ebbe, in quegli anni, un ruolo attivo nel coordinamento delle vacanze dei ragazzi nei campeggi estivi della Repubblica democratica tedesca e della Cecoslovacchia.
Apparteneva a una generazione sindacale convinta dell’impegno internazionalista, che nessuna conquista potesse essere duratura senza diventare acquisizione collettiva e che lo sfruttamento di, e in, qualsiasi area del mondo fosse da condannare ed eliminare.
Garantiva sempre il suo impegno per il Vietnam, il Sud Africa e per la lotta antifranchista. Diede un importante apporto all’organizzazione della grande mostra-mercato a sostegno delle Comisiones Obreras tenutasi nel 1972.
Lasciò la Camera del Lavoro di Milano nel 1985 dopo aver lavorato con importanti segretari come De Carlini,
Pizzinato, Torri e Ghezzi. Continuò l’attività sindacale nel Coordinamento donne dello Spi di Milano.
Il rilevante impegno sindacale non assorbiva totalmente la sua attività. Le sere erano dedicate all’attività
politica nel Partito e al coordinamento del consultorio femminile del suo quartiere (Mecenate).
Elide Pacini era una sindacalista dotata di un grande senso di riservatezza, non solo quella che dovrebbe essere
una caratteristica essenziale di una segretaria, ma quella che derivava da una scelta di vita, maturata dall’esperienza
nel Pci prima e nella Cgil successivamente.
Morì a Monza il 22 giugno 2014.
(Gianni Bombaci)