Casartelli Laura
[1883 - 1932]
Maestra, giornalista, socialista, Sezione maestri e maestre della Camera del Lavoro di Milano, Commissione esecutiva della Camera del Lavoro di Milano, Gruppo femminile socialista milanese, Perito del Lavoro, Società Umanitaria, Comitati Provoto, Associazione per la Donna, Federazione internazionale delle Lavoratrici.
Giornalista e femminista, maestra ed esperta di lavoro femminile, Laura Casartelli nacque in provincia di Sondrio nel 1883 e si avvicinò giovanissima al socialismo assieme al fratello Paride Lillia, avvocato che prestava la propria opera alle società operaie delle valli. Trasferitasi a Milano per insegnare, Laura Casartelli collaborò nel primo decennio del secolo con la Camera del Lavoro, si iscrisse alla Sezione maestre e maestri e fu incaricata come conferenziera e propagandista con l’obbiettivo di aumentare le adesioni delle donne nelle diverse leghe. Si interessò alle inchieste della Società Umanitaria e si iscrisse nel 1908 alla Scuola pratica di legislazione sociale organizzata dall’Ufficio del Lavoro dell’Umanitaria, diplomandosi tra i migliori del corso e ottenendo il titolo di perito del lavoro. Il primo incarico che svolse in tale veste fu l’indagine condotta insieme all’ispettrice nazionale del lavoro Santa Volonteri per raccogliere i dati utili alla Società Umanitaria per la pubblicazione di un saggio sul lavoro a domicilio a Milano, firmato da Alessandro Schiavi e pubblicato nel 1908.
Convinta che la scarsa adesione delle donne alle istituzioni del movimento operaio dipendesse da ragioni organizzative ed economiche, in un sistema in gran parte egemonizzato dagli uomini, nel 1908 scrisse per il quotidiano «Il Tempo» una lunga requisitoria rivolta contro tutte le Camere del lavoro d’Italia, le Federazioni di mestiere e la Confederazione generale del lavoro accusate di interessarsi solo formalmente allo «scabroso e difficile problema dell’organizzazione femminile». Secondo la Casartelli alle dichiarazioni di principio non si accompagnava un reale impegno per l’organizzazione femminile e su questo chiamava in causa in particolare la Fiot, la Federazione dei tessili, per la quale aveva appena concluso un giro di conferenze in tutto il Nord d’Italia, sottolineando la gravità di questo atteggiamento in una categoria composta quasi interamente da lavoratrici. La polemica tra Laura Casartelli, spalleggiata dal gruppo femminile socialista milanese, e la Fiot continuò negli anni successivi. Nel 1910 attaccò la Federazione che aveva scelto di lasciare vacante una nomina al Consiglio superiore del lavoro, dovendo esprimere un nome femminile e non trovandone di adeguati: «La Federazione non ha sentito tutto lo schiaffo morale - scriveva Casartelli - che dà a quelle donne che sono sempre state con la Federazione fin dall’inizio dell’organizzazione e che non mancano mai - e io ne ho viste parecchie - ai loro comizi e assemblee?». Lo strappo tra la Fiot e la Casartelli si ricucì nel 1913, all’inizio del nuovo corso dell’organizzazione che ripensava la propria struttura in modo da facilitare i contatti con la base e da rappresentarne le reali esigenze e aspettative. Casartelli venne quindi incaricata di un viaggio di propaganda nel salernitano, a Ponte Fratte, Nocera Inferiore, Penta e Acquamela.
In quegli anni Laura Casartelli aveva assunto un ruolo di rilievo nel socialismo riformista come esperta del lavoro femminile. Nel 1909 era stata nominata dal Consiglio comunale di Milano nel consiglio di amministrazione dell’Opera Pia Cucine Economiche. Nel 1910 e nel 1911 fu poi eletta nella Commissione esecutiva della Camera del Lavoro.
Legata sentimentalmente al socialista Angiolo Cabrini, si trasferì a Roma dove si avvicinò agli ambienti femministi dell’Associazione per la donna, essendo stata attiva fin dalle origini nei Comitati Pro voto. A Roma continuò negli anni la sua attività giornalistica, sempre più volta a ragionare sul nesso tra lavoro e piena cittadinanza, civile e politica, per le donne. Dopo la prima guerra mondiale, nel 1919, Casartelli partecipò come delegata tecnica del Governo Italiano alla Conferenza Internazionale del Lavoro di Washington, che riuniva i delegati di 41 paesi, tra cui 23 donne. Questo Congresso faceva parte del processo di formazione dell’ILO, International Labour Organization, uno dei più importanti organismi internazionali, oltre alla Società delle Nazioni, scaturiti dalla Conferenza di pace. Le 23 delegate del Congresso, lamentando di essere state delegate dai governi con un ruolo da consigliere o osservatrici tecniche, quindi per lo più senza diritto di voto, decisero di organizzare contemporaneamente, sempre a Washington, insieme a un folto gruppo di esponenti del movimento sindacale femminile americano ed europeo, un evento parallelo, che prese corpo nel primo Congresso Internazionale del Lavoro femminile da cui scaturì un Comitato Internazionale delle Donne Lavoratrici, del cui Ufficio di corrispondenza in Italia venne nominata responsabile Laura Casartelli (mentre Angiolo Cabrini diventava direttore dell’ufficio italiano dell’ILO). Il Comitato internazionale delle Donne Lavoratrici, poi Federazione internazionale delle lavoratrici, tenne il suo secondo congresso a Ginevra nell’ottobre 1921 e nuovamente Casartelli fu tra le delegate.
Forte della sua lunga esperienza sul tema, tra il 1920 e il 1925 Laura Casartelli firmò la Rassegna del Movimento femminile italiano all’interno dell’Almanacco della Donna Italiana edito da Bemporad dal 1920. Il suo nome fu cancellato dalle collaboratrici dopo un articolo del 1925 in cui Laura Casartelli, nel bel mezzo della crisi Matteotti, accusò il governo fascista di aver totalmente disatteso le promesse fatte al movimento femminile. Uscita dalla scena pubblica e senza più spazi di espressione delle proprie idee, Laura Casartelli morì a Roma nel 1932 a soli 49 anni.
(Fiorella Imprenti)
R. Farina (a cura di), Dizionario biografico delle don- ne lombarde (568-1968), Baldini&Castoldi, Milano, 1995;
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