Operaio, antifascista, emigrato politico, comunista, segretario generale della Camera del Lavoro di Milano, segretario della Filia, deputato Nacque ad Acquate (Lecco) l’11 ottobre 1899 da
una famiglia di umili origini, primogenito di Isaia Invernizzi, artigiano
tappezziere e di Rosa Valsecchi, assistente in una sartoria. All'età di nove
anni seguì il padre per imparare il mestiere. Richiamato giovanissimo sotto le
armi dopo Caporetto, partì volontario per il fronte, dove venne ferito. Fu
proprio nel corso del primo conflitto mondiale che maturò la sua avversione per
la guerra. Rientrato in famiglia, iniziò a compiere le sue prime esperienze
politiche grazie soprattutto al cugino del padre Cirillo Invernizzi che lo
introdusse alle riunioni della Camera del Lavoro e del Teatro del Popolo e nel
1919 prese la tessera del sindacato. Nello stesso anno, durante uno sciopero,
conobbe Francesca Ciceri, giovane operaia metallurgica che ben presto sarebbe
diventata sua compagna di vita e di lotta. Abbandonato il lavoro col padre
venne assunto presso la Piloni, un’azienda metallurgica di circa 300 operai, ma
nell'agosto del 1922, fu licenziato per il suo attivismo sindacale. Si iscrisse
quindi al Partito comunista d’Italia. In seguito alle persecuzioni fasciste,
culminate in un’aggressione squadrista, espatriò clandestinamente in Francia
come lavoratore emigrato grazie alla Società Umanitaria e si stabilì a Parigi,
dove nel 1924 fu raggiunto da Francesca Ciceri che sposerà nel 1925. Nella
capitale francese assunse ben presto un ruolo di primo piano nell'emigrazione
antifascista, svolgendo un’intensa attività politica e di coordinamento
internazionale per conto del Pcd’I Partito Comunista d'Italia tra la Francia, l’Italia e l’Urss, dove
frequentò assieme alla moglie per due anni e mezzo, dalla fine del 1932
all’inizio del 1935, la scuola dell’Internazionale comunista di Mosca. Nel
giugno del 1936, subito dopo la ripresa del lavoro clandestino in Italia, fu
arrestato assieme alla Ciceri e condannato dal Tribunale Speciale a 14 anni di
reclusione da scontare nel carcere di Castelfranco Emilia. Liberato nell'agosto
del 1943, aderì alla Resistenza e organizzò i primi gruppi di partigiani sulle
montagne del lecchese. Nel 1944, tornato a Milano, entrò nella redazione del
giornale clandestino “La fabbrica”, l’organo della federazione milanese del
Partito comunista, e nel Comitato sindacale di Milano e provincia, come
responsabile del Pci, con l’obiettivo di organizzare la resistenza nelle
fabbriche a partire dallo sciopero generale del marzo 1944. Il 26 aprile 1945,
dopo che una formazione di partigiani aveva occupato la sede dei sindacati
fascisti di Porta Vittoria, Invernizzi con gli altri dirigenti del comitato
sindacale vi si trasferirono. Si ricostituiva, così, la Camera del Lavoro di
Milano. Invernizzi redasse il Manifesto
ai lavoratori milanesi che portava la firma di Gaetano Invernizzi per il Pci,
Luigi Morelli per la Dc e Fortunato Saccani per il Partito socialista.
Invernizzi entrò a far parte della segreteria, guidata da Giuseppe Alberganti,
con la funzione di vicesegretario e con il compito di curare in particolare i
rapporti con le organizzazioni padronali, per quanto riguardava le vertenze
sindacali e la stesura dei contratti di lavoro. Divenne membro anche del
Comitato federale della federazione comunista milanese. Il 4 gennaio 1947, fu
eletto segretario generale in sostituzione di Alberganti, in un momento
difficile che vedeva la rottura dell’unità antifascista a livello governativo,
l’attentato a Togliatti e la scissione sindacale. Preoccupato per i destini
della Cgil unitaria e per la forza contrattuale dei lavoratori, Invernizzi moltiplicò
i propri sforzi di dirigente sindacale, affrontando esplicitamente il problema
dell’unità e dell’indipendenza del sindacato in occasione del primo Congresso
nazionale unitario della Cgil che si era tenuto a Firenze nel giugno del 1947,
in cui peraltro fu nominato membro dell’esecutivo nazionale della
Confederazione. Fu inoltre eletto deputato parlamentare nella prima legislatura
per la circoscrizione di Milano-Pavia, facendo parte della decima Commissione
parlamentare Industria-commercio-turismo –intervenendo, anche in questa veste,
in difesa degli interessi dei lavoratori – e consigliere comunale di Milano tra
il 1946 e il 1951 durante l’amministrazione Greppi. La lotta alla
disoccupazione e al caro vita fu al centro del piano di interventi promosso
dalla Camera del Lavoro di Milano negli anni della segreteria di Invernizzi: sul piano
dell’assistenza, per esempio, si propose al comune di Milano e all’Eca un
intervento per la riduzione delle spese d’affitto, di luce e di gas, delle
tasse scolastiche ai disoccupati; a tutti i lavoratori occupati si chiese di
non accettare straordinari per favorire l’assunzione dei senza lavoro.
Nell'inverno del 1948-1949, la Camera del Lavoro si mobilitava contro la minaccia della
Confindustria di massicci licenziamenti in tutta la provincia di Milano e
contro il tentativo di vietare agli organizzatori sindacali di accedere alle
fabbriche e di raccogliere le quote sindacali nelle aziende. Il 5 maggio 1949
si giunse faticosamente a un accordo con la Confindustria sulle rivendicazioni
inerenti l’adeguamento e la rivalutazione salariale, la revisione della scala
mobile e degli assegni famigliari. (Roberta Cairoli) | Scritti di G. Invernizzi, I miliardi dei contribuenti per la salvezza dell’industria non per il riarmo e la guerra. Discorso alla Camera, Milano, 1951; G. Invernizzi, Un serio pericolo, in “L’Unità”, 18 febbraio 1947; Fonti ACS, CPC, ad nomen ACS, MI, DGPS, Divisione affari riservati. Categorie permanenti ctg Z, b. 305 Archivio di Stato di Milano, Fondo Questura di Milano- Casellario giudiziario, b. 340, cat. A8, fasc. 3430, Gaetano Invernizzi Adl, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981),Verbale della Commissione esecutiva della Cdl di Milano del 16 giugno 1948, Intervento di Invernizzi Adl, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981) Verbale della Commissione esecutiva della Cdl di Milano del 6 maggio 1949, Intervento di Invernizzi Adl, Archivio della Camera confederale del Lavoro di Milano (1945-1981) Verbale della Commissione esecutiva della Cdl di Milano del 21 giugno 1950, Intervento di Invernizzi Fondazione Isec, Archivio Pci Federazione milanese, Commissione federale di controllo, Biografie dei militanti, b. 44, fasc. 100 Gaetano Invernizzi Il congresso della CGIL in un’intervista col compagno Invernizzi, in “L’Unità” , 12 giugno 1947 Le azioni unitarie e i successi dei lavoratori dell’industria alimentare, in “Rinascita”, 1952, n. 10 L’Unità, 24 marzo 1959 “Avanti!”, 24 marzo 1959 Bibliografia I deputati e i senatori del primo parlamento repubblicano, Roma-Milano-Catania, 1949, ad nomen; A. Dal Pont, A. Leonetti, P. Maiello, L. Zocchi, Aula IV, Anppia, Roma, 1961, pp.322-323; A. Landuyt, Gaetano Invernizzi, in F. Andreucci, T. Detti (a cura di), Il Movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, Vol. II, Editori Riuniti, Roma, 1976, pp. 616-617; F. Alasia, Gaetano Invernizzi dirigente operaio, Vangelista, Milano, 1976. G. Vignati (a cura di), Cenni biografici di 718 dirigenti della Federazione milanese del Pci, in GF Petrillo ( a cura di), I congressi dei comunisti milanesi, 1921-1983, Franco Angeli, Milano, 1986 A. Piccioni, La Cgil nei suoi congressi, Ediesse, Roma, 1986 J. Torre Santos, Il sindacato unitario: la Camera del lavoro di Milano nel periodo dell’unità sindacale 1945-1948, Guerini e Associati, Milano, 2005 C. Magnanini, Ricostruzione e miracolo economico. Dal sindacato unitario al sindacato di classe nella capitale dell’industria, Franco Angeli, Milano, 2006 |
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